L7 Struttura del predicato La struttura del predicato rappresenta una problematica di grande importanza se si prende in considerazione che il verbo predicativo è indicabile come centro della frase a due livelli: A livello sintattico, la funzione centrale del verbo predicativo deriva dal fatto che da questo viene compiuto, per mezzo delle categorie predicative di tempo e di modo, di cui esso è il portatore, l’atto predicativo.^. A livello semantico, il ruolo centrale del verbo predicativo è legato alle valenze di esso: è il significato del verbo a determinare il numero e il tipo di argomenti e quindi la struttura sintattica della frase (cfr. Tema 4). Nella struttura del predicato è osservabile la misura di sinteticità o, al contrario, quella di analiticità di una lingua. Per la lingua italiana viene constatata una tendenza all’analicità nello “stile sostantivo” non solo nei costrutti di significato aggettivale (un ponte di pietra, una statua di marmo), nei costrutti di significato avverbiale (con occhio severo, con severità invece di severamente), ma anche nella struttura del predicato. Nella frase: 1) Ogni giorno passeggia lungo il mare il predicato passeggia è costituito da un verbo predicativo, quindi è sintetico. Nella frase: 2) Ogni giorno fa una passeggiata lungo il mare il predicato fa una passeggiata è costituito dal verbo fare di modo finito e nome una passeggiata, quindi è analitico. Per chiarire meglio il concetto di predicato sintetico e di predicato analitico, prendiamo come punto di partenza la distinzione tra A predicato verbale e B predicato nominale. Per rendere il tema più accessibile vediamo il confronto con la versione inglese di qualche esempio. A. Predicato verbale è costituito da un verbo predicativo di significato compiuto, cioè verbo pieno, che può essere usato da solo: 3) Maria canta/ha cantato bene. Maria e Paolo vivono/sono vissuti in Italia. Mio fratello torna/è tornato a casa verso le sei. Nei seguenti esempi le frasi italiane sono messe a confronto con la loro versione ceca e inglese esaminando sia le somiglianze sia le differenze nella struttura del predicato in tre lingue tipologicamente diverse: 4) ... e Michele guardava Leo.... Cfr. la frase ceca … a Michele se díval na Lea, e la frase inglese ... and Michele was looking at Leo. In tutte e tre le lingue il predicato è costituito da un verbo predicativo, quindi è verbale. Per la sua struttura è sintetico. Nell’esempio 5 si vedono già differenze nella struttura del predicato: 5) (Era tardi) quando mi addormentai. (Bylo pozdě,) když jsem usnul. Cfr. la frase inglese (It was late) when I fell asleep. Nella frase italiana e in quella ceca il predicativo è verbale, sintetico. Nel processo di derivazione, con il prefisso a-/u- e il suffisso -ar(si)/-out, è stato creato un verbo che, rispetto alla struttura del predicato, rappresenta predicato sintetico. Questo fatto è importante considerando che le capacità di derivazione di una lingua, si riflettono anche nelle possibilità di modificare le caratteristiche aspettuali dell’azione verbale: con i verbi prefissati perfettivi addormentarsi/usnout l’azione è indicata come compiuta, mentre con i verbi imperfettivi dormire/spát l’azione è indicata come incompiuta. In inglese si vede la struttura I fell asleep in cui il verbo fall perde il suo significato lessicale e, diventando copula fa parte, assieme all’aggettivo asleep, di un predicato analitico. Simili differenze tra l’italiano e ceco da una parte e l’inglese dall’altra parte si osservano nell’esempio successivo: 6) Impallidì. Zbledl. Cfr. la frase inglese He turned pale. Nella frase italiana e in quella ceca il predicativo è verbale, sintetico. Nel processo di derivazione, con il prefisso im-/z- e il suffisso -ire/-nout, è stato creato un verbo che, rispetto alla struttura del predicato, rappresenta predicato sintetico. In sintesi di una forma verbale si esprimono alcuni significati: cambiamento dello stato (da non essere pallido a essere pallido) e il risultato dello stato. In inglese si vede la struttura He turned pale in cui il verbo turn perde il suo significato lessicale e, diventando copula fa parte, assieme all’aggettivo pale, di un predicato analitico. B. Predicato nominale è costituito da un verbo copulativo (= copula) essere, privo di significato lessicale, e un nome (sostantivo o aggettivo): 7) ... e che sono contentissimo e ... è pallido. Diversi dal verbo copulativo essere sono verbi cosiddetti copulativi: diventare, parere, sembrare ecc.: 8) è diventato pallido. 9) La scena diventava sentimentale. 10) La testa ... pareva ancor più piccola su quelle spalle piene... (Cfr. la frase ceca Nad těmi plnými rameny její hlava vypadala ještě menší, e la frase inglese Her head ... looked even smaller above those full shoulders.) I predicati con il verbo diventare o con i verbi parere, sembrare sono classificati, nella linguistica italiana, come tipo di predicato “intermedio tra predicato verbale e predicato nominale” (cfr. Serianni 1991, p. 93) o come “predicati a metà strada tra il predicato nominale e il predicato verbale” (cfr. Dardano, Trifone 1999 p. 102). Rappresentano un predicato verbale con un complemente predicativo (cfr. Dardano, Trifone 1999 p. 108-109). Che cosa intendiamo per il predicato analitico? E’ un predicato composto da più elementi formando un tutto unico: 1. Predicato costituito dal verbo copulativo essere e un nome (sostantivo o aggettivo): 11) è pallido. 2. Predicato costituito da un verbo modale (potere, dovere, sapere) e l’infinito del verbo pieno: 12) Non posso dirtelo. Non devo farlo. Maria non sa suonare il pianoforte. 3. Predicato con verbi fraseologici Verbi fraseologici (= aspettuali) sono verbi che, in unione con un altro verbo di modo indefinito (infinito o gerundio), segnalano un particolare “aspetto” indicando una fase dell’azione. Per fase dell’azione si intende l’inizio, il proseguimento e la fine di essa. (Cfr. morfologia 2) Con un verbo fraseologico che, assieme all’infinito del verbo pieno, costituiscono un predicato analitico, la fase dell’azione viene indicata esplicitamente. In questo caso essa è legata all’aspetto dell’azione, ed è in stretto rapporto con la temporalità della frase: · Inizio dell’azione viene indicato esplicitamente con verbi fraseologici (ri)cominciare, iniziare: 13) ... Sarina che per la terza volta ricominciò a piangere; Cfr. la frase ceca ... Sarina, který se potřetí rozplakal (začal plakat), e la frase inglese ... Sarina, who began weeping for the third time. · Proseguimento dell’azione viene indicato esplicitamente con il verbo fraseologico continuare: 14) ..., così continuai a mangiare come se ... Cfr. la frase ceca ..., a tak jsem jedl dál, jako kdyby ... e la frase inglese ... so I continued eating as if ... Implicitamente, la fase dell’azione può risultare dal significato lessicale di un verbo del predicato sintetico. In questo caso, la fase dell’azione sarebbe considerata come categoria semantico-lessicale. In italiano, la fase può essere segnalata anche dagli strumenti morfologici. 15) Tirava la gonna, ... Proseguimento dell’azione è indicato implicitamente con la forma dell’imperfetto tirava, nel predicato sintetico (cfr. la frase ceca Tahal ji za sukni, ... con il verbo imperfettivo tahat, e la frase inglese He kept pulling at her skirt, in cui il proseguimento dell’azione è indicato esplicitamente dal verbo keep in un predicato analitico.) · La fine dell’azione viene indicata esplicitamente con verbi fraseologici finire (di), smettere (di), cessare (di): 16) Torino non vuole cessare di essere capitale, ... Cfr. la frase ceca Turín nechce přestat být hlavním městem, ... e la frase inglese Turin doesn’t want to cease being a capital, .... NB: I verbi fraseologici possono essere anche verbi pieni. Possono cioè costituire un predicato sintetico: 17) (Sarina ... ricominciò a piangere;) a poco a poco i singhiozzi cessarono. In questa frase il verbo cessare è verbo pieno nel predicato sintetico. Cfr. la frase ceca (Sarina ... se rozplakal;) postupně jeho vzlyky ustaly e la frase inglese (Sarina ... began weeping;) gradually her sobs stopped. Altri esempi: cominciare una ricerca, cominciare un nuovo lavoro, continuare una lettura, continuare gli studi, finire un lavoro, finire un discorso 4. Vanno presi in considerazione e classificate come predicati analitici ANCHE costruzioni verbonominali che, per la forma, si oppongono ai predicati verbali. Sono classificabili come predicati analitici strutture con un verbo che, svuotatosi del significato lessicale, “decade” per fungere da verbo supporto considerabile come “verbo categoriale”, cioè verbo che riporta le categorie verbali. Appartengono alla categoria dei verbi supporto i verbi avere, fare, dare, prendere, mettere che, svuotandosi parzialmente del loro significato lessicale, fanno parte di costruzioni verbonominali creando predicati analitici: 18) Facciamo una camminata? Fammi una chiamata (telefonata). NB: il verbo fare è anche verbo pieno in un predicato sintetico: 19) ... chi te lo ha fatto? Cfr. la frase ceca Kdo ti ho udělal? e la frase inglese Who made it for you? Inoltre, il verbo fare fa parte della struttura analitica (perifrastica) fare+infinito detta “perifrasi causativa” o “causativo analitico”, costituendo un predicato analitico. Essa permette di indicare l’attante che provoca l’azione: 20) Ho fatto riparare la macchina dal meccanico. Mario mi ha fatto piangere. 21) ..., che mi aveva fatto imparare a memoria. Cfr. la frase ceca ..., které mě přiměl naučit se zpaměti e la frase inglese ... which he had made me learn by heart. Anche costruzioni verbonominali con i verbi prendere, mettere sono considerabili predicati analitici: prendere parte a q.c. = partecipare a q.c. prendere possesso di = imp ossessarsi di prendere sonno = addormentarsi prendere (fare) un bagno = bagnarsi prendere in giro = deridere, canzonare, imbrogliare mettere in ridicolo = deridere mettere a confronto = confrontare mettere in atto = realizzare mettere in chiaro = chiarire mettere in commercio = commercializzare mettere in mostra = esporre, esibire