10 Diatesi, funzioni semantiche A. INTRODUZIONE Diatesi[1] è “una categoria del verbo che esprime l’atteggiamento, la ‘disposizione’ dei partecipanti all’azione nei confronti dell’azione stessa.” (Beccaria). In altre parole, è una categoria grammaticale associata al verbo, che indica la relazione grammaticale tra il verbo, il soggetto e l’oggetto (= funzioni sintattiche). Semanticamente indica la relazione tra l’azione, l’agente e il paziente (funzioni semantiche) 1. Diatesi attiva: il soggetto sintattico coincide con l’agente: Es.: Tutti pagano/pagheranno/hanno pagato/pagavano/avevano pagato/pagherebbero/avrebbero pagato le tasse. (S tutti = agente) Es.: Nel 1492 Cristoforo Colombo scoprì l’America. (S C. Colombo = agente) N.B.: i partecipanti all’azione hanno ciascuno un diverso grado di controllo sullo svolgimento dell’azione stessa. Nella frase: Tutti pagano le tasse. il soggetto tutti partecipa attivamente allo svolgimento dell’azione, cioè svolge il maggior controllo sull’azione; l’oggetto le tasse partecipa passivamente all’azione, quindi non svolge nessun controllo sull’azione. Dal concetto del controllo sull’azione derivano le funzioni semantiche dei costituenti della frase: Tutti pagano le tasse. ¯ ¯ ¯ Agente azione paziente 2. Diatesi passiva: il complemento oggetto nella forma passiva diventa soggetto sintattico, e il soggetto della frase attiva diventa complemento d’agente, introdotto, in italiano, dalla preposizione da. Quindi il passaggio dalla diatesi attiva a quella passiva è accompagnato dal cambiamento delle funzioni sintattiche dei partecipanti all’azione. Non cambiano, invece, le funzioni semantiche. La diatesi passiva può aversi solo con verbi transitivi: Es.: Le tasse vengono pagate da tutti. ¯ ¯ ¯ Paziente azione agente Es.: L’America fu scoperta nel 1492. ¯ ¯ ¯ Paziente azione tempo L’America fu scoperta da C. Colombo. Paziente azione agente N.B.: se vogliamo definire un verbo transitivo come verbo l’azione del quale si ‘trasferisce’ dal soggetto sul complemento oggetto, dobbiamo pensare anche ai casi tipo: Es.: Quel ragazzo apre la porta. Quella chiave apre la porta. La struttura sintattica (superficiale) di queste due frasi è uguale: F SN[1] SV D N V SN[2] D N Quel ragazzo apre la porta. Quella chiave apre la porta. Non è, invece, uguale la loro struttura semantica (profonda): Quel ragazzo apre la porta. ragazzo = agente Quella chiave apre la porta. la chiave = strumento Nella struttura passiva: La porta è aperta dal ragazzo. La porta è/viene aperta con la chiave. La costruzione passiva non è possibile con tutti i verbi transitivi. Fanno l’eccezione i verbi che indicano non azione, ma relazione (avere, contenere, riguardare): Es.: Paolo ha tempo per farlo. La bottiglia contiene il liquido. B. Forma del passivo 1. La diatesi passiva è formata, per ogni Modo e Tempo, dalle rispettive forme dell’ausiliare essere/venire seguito dal participio passato del verbo transitivo: Es.: Mario è (viene) è stato/era (veniva) lodato da tutti. N.B.: Come risulta dall’esempio, l’ausiliare venire si usa solo nei tempi semplici. Inoltre conferisce alla frase il significato dinamico, sottolineando l’azione. Cfr.: La porta è chiusa. (azione x stato) La porta viene chiusa. (azione) N.B.: In italiano, oltre all’ausiliare essere, viene usato l’ausiliare andare. Esso aggiunge al valore di passivo il valore modale esprimendo l’idea di opportunità, dovere, necessità. In ceco, perciò, viene usato un’espressione modale: Es.: Le tasse vanno pagate. Daně musejí být placeny. Es.: La legge va rispettata. Zákon musí být respektován. Zákon je nutno / se musí respektovat. Es.: Le lettere importanti andavano spedite per espresso. Důležité dopisy musely být posílány/se musely posílat expresem. 2. “SI” passivante si usa con un soggetto (= paziente) non animato, e quando l’agente non è espresso, cioè quando l’agente è anonimo o quando viene reso anonimo (“messo in ombra”): Es.: In questo ristorante si mangia pesce fresco tutti i venerdì. Fino all’anno scorso si è mangiato pesce fresco due volte alla settimana. L’influenza si cura/si curava come ogni altra malattia. Le lettere urgenti si spediscono per espresso. La legge si rispetta. N.B.: con un soggetto animato, invece del “si” passivante si tratta di un verbo riflessivo: Es.: I malati si curano (= curano se stessi). I professori si rispettano (= si rispettano reciprocamente, rispettano l’uno l’altro). Il passivo composto viene preferito nel caso del soggetto sintattico – paziente tematico, “si” passivante, invece, viene preferito nel caso del soggetto sintattico – paziente rematico. Da qui l’ordine V-S. C. Funzione del passivo I termini “partecipante” e “azione”, usati sopra, caratterizzano chiaramente la diatesi come categoria semantica. In breve, la diatesi può essere studiata NON solo come categoria grammaticale ma anche come categoria semantica. L’uso della diatesi passiva nella lingua italiana è più frequente che nella lingua ceca. Tale differenza deriva prima di tutto dal fatto che l’italiano, attraverso il cambiamento dei rapporti sintattici nella diatesi passiva, ottiene la possibilità di cambiare l’ordine dei costituenti. Vale a dire che la diatesi passiva serve come uno degli strumenti di organizzazione sintattica dell’enunciato rispetto alla frase precedente permettendo di mettere all’inizio dell’enunciato il costituente ricavabile dal contesto, e alla fine dell’enunciato l’elemento che svolge la funzione rematica. Ciò significa che la funzione della diatesi può essere esaminata anche a livello più alto, cioè all’livello pragmatico. Quindi per l’italiano, la diatesi passiva è uno strumento a livello della struttura informativa dell’enunciato, ovvero al livello della prospettiva funzionale dell’enunciato (PFE). Le ragioni dell’uso della diatesi passiva possono essere diverse: 1. Il soggetto-agente della struttura attiva viene eliminato nella struttura passiva perché il parlante non vuole o non può indicarlo. In altre parole: “Il costrutto passivo è adoperato nel discorso per mettere in ombra il produttore reale dell’azione, il quale può essere o troppo noto e menzionato prima come tema delle frasi precedenti, o ignoto e generico.”[2] Es.: Mario mi ha rubato il portafoglio. Mi è stato rubato il portafoglio. 2. La costruzione passiva viene adoperata per presentare agente come nuovo, rematico: Cfr.: Cristoforo Colombo scoprì l’America. L’America fu scoperta da Cristoforo Colombo. Il complemento oggetto l’America della struttura attiva assume la funzione del soggetto sintattico nella struttura passiva e coincide con il soggetto della predicazione (punto di partenza = tema) della frase. L’agente espresso dal complemento d’agente da Cristoforo Colombo diventa rema della frase. Cfr. la funzione della dislocazione a sinistra: Es.. L’America la scoprì Cristoforo Colombo. 3. Si può, però, ottenere l’effetto contrario: se l’agente viene reso completamente anonimo, cioè viene “anonimizzato”, il verbo, rimanendo in posizione finale, viene messo in rilievo e diventa rema: Es.: ... se non volevo che la mia avventura venisse scoperta. V=Rema In questo esempio, S–paziente la mia avventura in posizione iniziale è un elemento ricavabile (noto) dal contesto. L’uso del passivo rende possibile la “messa in ombra” dell’agente (per esempio i genitori). Così è il verbo venisse scoperta che funge da rema dell’enunciato. Cfr. ...se non volevo che i genitori scoprissero la mia avventura. O[d]=Rema 4. La diatesi passiva serve da strumento di organizzazione della struttura sintattica della frase: Es.: ..., e persino io, ..., vidi la geografia che a scuola mi era stata somministrata a scarse dosi (materializzarmisi piano piano dinanzi agli occhi). (Cfr. la versione ceca “ ... a dokonce jsem viděl zeměpis, který mi ve škole podávali (byl podáván) po malých dávkách, (jak se mi pomalu zhmotňuje před očima”. (N.B. la forma del verbo ceco alla 3^a persona plurale!!!) In questo caso, il motivo dell’uso del passivo, non è né il bisogno di indicare l’agente come rema, né quello di “rematizzare” il verbo. Il passivo si è fatto strada come fattore decisivo nell’organizzazione della struttura sintattica della frase, ma anche come strumento dell’ordinamento lineare della stessa: Il C[o]-paziente geografia/zeměpis nella prima frase all’attivo rappresenta un elemento “nuovo”, non ricavabile dal contesto. Nella frase successiva (proposizione relativa restrittiva) con il passivo era stata somministrata/byl podáván esso (il paziente) appare in funzione di soggetto, rappresentando un elemento “noto”. L’agente viene reso indefinito, però implicitamente presente nell’avverbiale a scuola/ve škole. Questo scambio delle funzioni sintattiche fa sì che possano essere aggiunte facilmente informazioni nuove: in italiano, in forma della proposizione implicita all’infinito materializzarmisi; in ceco, in forma della proposizione esplicita jak se mi zhmotňuje. “Si” passivante italiano si usa con il soggetto non animato e quando l’agente non è espresso, cioè quando l’agente è anonimo o reso anonimo, spesso in ordine V-S: Es.: Questi discorsi in casa mia non si fanno/non si devono fare. Si preparano grandi cose, zione, ed io non voglio restarmene a casa, dove mi acchiapperebbero subito, ... (Cfr. la versione ceca “Chystají se velké věci, strýčku, a já nechci zůstat doma, kde by mě brzo chytili. (N.B. 3^a persona plurale!!!) Seminario 10 Esercizi: Dardano, Trifone es. 61/144, 10, 11, 12, 13, 14, 15/368-369 Per la p. 144 vedi seminario 6 Analisi del testo: Boneschi, M. Di testa loro. Il lato positivo delle cose: Rita Levi Montalcini, p. 177-178) ________________________________ [1] Dal greco “diathesis” = disposizione. [2] Alisova 1972, p. 142.